cdp digitale2

Brusco stop al processo di digitalizzazione del Pubblico Registro Automobilistico che prorta il nome di  semplific@uto. L'introduzione del Certificato di Proprietà Digitale è stata senza dubbio attuata con modalità per lo meno criticabili, e non solo per le problematiche che ha creato. Cittadini in preda alla confusione ed operatori professionali sottoposti ad un'inutile appesantimento gestionale. Adesso anche il TAR boccia la riforma avviata nello scorso ottobre.

Com'è noto il Certificato di proprietà digitale è stato da ACI (che è gestore del PRA) introdotto dal 5 ottobre 2015 con la circolare 7641 del 28/09/2015. Secondo questa nuova procedura gli operatori professionali, come anche gi uffici provinciali del PRA e della Motorizzazione Civile debbono, a seguito dell'espletamento di una qualunque formalità sul veicolo (un trasferimento di proprietà, una variazione o rettifica, una perdita di possesso etc) rilasciare all'interessato non più il Certificato di proprietà cartaceo, ma una attestazione di avvenuta presentazione della formalità, nella quale sono indicati i dati salienti, come nome e cognome, targa e tipo formalità effettuata, con aggiunta un codice alfanumerico abbastanza complesso che permette all'interessato di accedere ad una sezione privata del sito dell'Aci per la sola visualizzazione del certificato di proprietà digitale. Rispetto alla precedente modalità che prevedeva il rilascio immediato del certificato di proprietà cartaceo sembra inutile sottolineare la profonda complicazione introdotta con l'attestazione di avvenuta formalità.

Se sommiamo il tutto al predetto appesantimento nella gestione della singola pratica da parte degli operatori professionali, ed anche la conseguente nuova procedura per i trasferimenti di proprietà che ha visto la comparsa di documenti prima non richiesti, ad esempio la delega ad utilizzare il CDP digitale, creando inutile dispendio di tempo e carta, pare evidente che la riforma recentemente introdotta abbia avuto un effetto contrario a quello per cui è stata pensata.

L'ACI aveva spinto per la riforma introdotta dichiarando che essa avrebbe permesso un risparmio di tonnellate di inchiostro, di milioni e milioni di fogli A4 filigranati di 115 gr di spessore, risparmio si sarebbe tradotto in una risparmio dei costi e riduzione di tempo, il tutto a favore dei cittadini. Il risultato della riforma invece è stato il contrario, aumento dei costi per i cittadini, perdite di tempo, confusione.

Il TAR del Lazio ha in questi giorni accolto un ricorso avverso la riforma promosso dell'associazione UNASCA, Unione Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica, che proprio per i suindicati ed altri motivi ha proposto ricorso all'organo amministrativo chiedendo l'annullamento della circolare alla base della riforma semplific@uto. Il TAR ha infatti accolto parzialmente il ricorso, annullando la circolare alla base della nuova disciplina nella parte in cui sostituiva il rilascio del certificato di proprietà cartaceo con il rilascio della attestazione di avvenuta formalità, senza possibilità di ottenere il certificato di proprietà cartaceo neppure su richiesta della parte.

Unasca chiede altresì che venga effettuata la riforma, prevista dalla c.d. Legge Madia, che prevede l'accorpamento del Pubblico Registro Automobilistico e la Motorizzazione Civile, in modo da istituire un unico ente destinato sia alle operazione tecniche che amministrative sui veicoli. I portavoce di Unasca affermano senza mezzi termini che tutto il processo semplific@uto rappresenta solo una via traversa per mantere in piedi il più a lungo possibile il PRA, ente come detto destinato ad essere elimninato mediante accorpamento alla Motorizzazione Civile

A cercare di portare un pò di chiarezza è volto l'intervento di Giorgio Brandi Direttore del Servizio PRA, che annunciando l'appello proposto da ACI avverso la sentenza del TAR ha spiegato che la recente sentenza del TAR prevede solamente che nel caso un cittadino ne faccia richiesta possa ancora essere rilasciato il certificato di proprietà in forma cartacea. "Si tratta, aggiunge Brandi, di un opzione che sembra voler andare in contro alle esigenze di quei cittadini che per ragioni sociali e/o anagrafiche potrebbero avere, in questa fase di cambiamento, difficoltà a rapportarsi con l'elemento di grande novità qual'è il certificato di proprietà digitale. Prosegue Brandi: “I vantaggi del CDP Digitale sono evidenti e innegabili: la carta scompare e i certificati, nella loro versione digitale, vengono custoditi negli archivi informatici del PRA, senza alcun onere, né rischio per gli automobilisti. Niente più frodi per furto, smarrimento o falsificazione, dunque, e niente più denunce di smarrimento (se ne contavano più di 300mila ogni anno), né spese per il rilascio dei duplicati”.

La querelle è tutt'altro che finita, come scritto l'Automobile Club ha annunciato che presenterà ricorso avverso la decisione del TAR, ed è anche di difficile soluzione dato che tutti i vecchi CDP presenti presso le Delegazioni ACI sono stati restituiti alla sede provinciale. Al momento quindi nessuna Delegazione ACI è in grao di rilasciare un'eventuale copia cartacea del certificato di proprietà.

A parere di chi scrive, operatore professionale da oltre 30 anni, la direzione della riforma è corretta, sono per ora errate le modalità di attuazione. La nostra Delegazione ACI ha fin da principio compreso le problematiche cui si poteva incorrere con questa riforma ed ha deciso di rilasciare sempre, assieme alla predetta attestazione di avvenuta formalità, anche una stampa del Certificato di Proprietà Digitale in modo da andare incontro alle esigenze dei propri clienti e rendere meno drastico il cambiamento avviato dal processo semplific@uto.

Vieni a trovarci, siamo a Roma in zona Prati-Balduina-Trionfale, alla Circonvallazione trionfale 53/d, il tratto della via olimpica che congiunge piazzale clodio con piazzale degli eroi.

Chiamaci allo 06/39743450 oppure compila l'apposito form di richiesta.

 

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Brusco stop al processo di digitalizzazione del Pubblico Registro Automobilistico che prorta il nome di  semplific@uto. L'introduzione del Certificato di Proprietà Digitale è stata senza dubbio attuata con modalità per lo meno criticabili, e non solo per le problematiche che ha creato. Cittadini in preda alla confusione ed operatori professionali sottoposti ad un'inutile appesantimento gestionale. Adesso anche il TAR boccia la riforma avviata nello scorso ottobre.

Com'è noto il Certificato di proprietà digitale è stato da ACI (che è gestore del PRA) introdotto dal 5 ottobre 2015. Secondo questa nuova procedura gli operatori professionali, come anche gi uffici provinciali del PRA e della Motorizzazione Civile debbono, a seguito dell'espletamento di una qualunque formalità sul veicolo (un trasferimento di proprietà, una variazione o rettifica, una perdita di possesso etc) rilasciare all'interessato non più il Certificato di proprietà cartaceo, ma una attestazione di avvenuta presentazione della formalità, nella quale sono indicati i dati salienti, come nome e cognome, targa, tipo formalità, con aggiunta un codice alfanumerico abbastanza complesso che permette all'interessato di accedere ad una sezione privata del sito dell'Aci per la sola visualizzazione del certificato di proprietà digitale. Rispetto alla precedente modalità che prevedeva il rilascio immediato del certificato di proprietà cartaceo pare inutile sottolineare la profonda complicazione introdotta con l'attestazione di avvenuta formalità.

Se sommiamo il tutto al predetto appesantimento nella gestione della singola pratica da parte degli operatori professionali, ed anche la conseguente nuova procedura per i trasferimenti di proprietà che ha visto la comparsa di documenti prima non richiesti, ad esempio la delega ad utilizzare il CDP digitale, creando inutile dispendio di tempo e carta, pare evidente che la riforma recentemente introdotta abbia avuto un effetto contrario a quello per cui è stata pensata.

L'ACI aveva spinto per la riforma introdotta dichiarando che essa avrebbe permesso un risparmio di tonnellate di inchiostro, di milioni e milioni di fogli A4 filigranati di 115 gr di spessore, risparmio si sarebbe tradotto in una risparmio dei costi e riduzione di tempo, il tutto a favore dei cittadini. Il risultato della riforma invece è stato il contrario, aumento dei costi per i cittadini, perdite di tempo, confusione.

Il TAR del Lazio ha in questi giorni accolto un ricorso avverso la riforma promosso dell'associazione UNASCA, Unione Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica, che proprio per i suindicati ed altri motivi ha proposto ricorso all'organo amministrativo chiedendo l'annullamento della circolare alla base della riforma semplific@uto. Il TAR ha infatti accolto parzialmente il ricorso, annullando la circolare alla base della nuova disciplina nella parte in cui sostituiva il rilascio del certificato di proprietà cartaceo con il rilascio della attestazione di avvenuta formalità, senza possibilità di ottenere il certificato di proprietà cartaceo neppure su richiesta della parte.

Unasca chiede altresì che venga effettuata la riforma, prevista dalla c.d. Legge Madia, che prevede l'accorpamento del Pubblico Registro Automobilistico e la Motorizzazione Civile, in modo da istituire un unico ente destinato sia alle operazione tecniche che amministrative sui veicoli. I portavoce di Unasca affermano senza mezzi termini che tutto il processo semplific@uto rappresenta solo una via traversa per mantere in piedi il più a lungo possibile il PRA, ente come detto destinato ad essere elimninato mediante accorpamento alla Motorizzazione Civile

A cercare di portare un pò di chiarezza è volto l'intervento di Giorgio Brandi Direttore del Servizio PRA, che annunciando l'appello proposto da ACI avverso la sentenza del TAR ha spiegato che la recente sentenza del TAR prevede solamente che nel caso un cittadino ne faccia richiesta possa ancora essere rilasciato il certificato di proprietà in forma cartacea. "Si tratta, aggiunge Brandi, di un opzione che sembra voler andare in contro alle esigenze di quei cittadini che per ragioni sociali e/o anagrafiche potrebbero avere, in questa fase di cambiamento, difficoltà a rapportarsi con l'elemento di grande novità qual'è il certificato di proprietà digitale. Prosegue Brandi: “I vantaggi del CDP Digitale sono evidenti e innegabili: la carta scompare e i certificati, nella loro versione digitale, vengono custoditi negli archivi informatici del PRA, senza alcun onere, né rischio per gli automobilisti. Niente più frodi per furto, smarrimento o falsificazione, dunque, e niente più denunce di smarrimento (se ne contavano più di 300mila ogni anno), né spese per il rilascio dei duplicati”.

La querelle è tutt'altro che finita, come scritto l'Automobile Club ha annunciato che presenterà ricorso avverso la decisione del TAR, ed è anche di difficile soluzione dato che tutti i vecchi CDP presenti presso le Delegazioni ACI sono stati restituiti alla sede provinciale. Al momento quindi nessuna Delegazione ACI è in grao di rilasciare un'eventuale copia cartacea del certificato di proprietà.

A parere di chi scrive, operatore professionale da oltre 30 anni, la direzione della riforma è corretta, sono per ora errate le modalità di attuazione. La nostra Delegazione ACI ha fin da principio compreso le problematiche cui si poteva incorrere con questa riforma ed ha deciso di rilasciare sempre, assieme alla predetta attestazione di avvenuta formalità, anche una stampa del Certificato di Proprietà Digitale in modo da andare incontro alle esigenze dei propri clienti e rendere meno drastico il cambiamento avviato dal processo semplific@uto.

Vieni a trovarci, siamo a Roma in zona Prati-Balduina-Trionfale, alla Circonvallazione trionfale 53/d, il tratto della via olimpica che congiunge piazzale clodio con piazzale degli eroi.

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